Sono Stefano Parpaiola, un appassionato produttore di vini dell’Oltrepò Pavese. Diventare produttore era il mio sogno e quindici anni fa, trasportato dalla passione, ho iniziato questa fantastica avventura. Certamente, iniziando da zero ho dovuto affrontare molti ostacoli, ma grazie alla dedizione nel lavoro e nello studio, alla volontà e all’umiltà, li ho superati. Di anno in anno, oso sempre di più, come con l’edizione limitata CL, dove ho affinato sui lieviti lo spumante per oltre 150 mesi. Per me, il vino è un’espressione del genio umano, che ha trasformato un frutto in un puro ma complesso piacere dei sensi.
I vini Cantina PrimaVena vi appagheranno per la purezza, regalata dalla genuinità e dalla schiettezza; e per la complessità conferita dall’eleganza e dall’unicità.
Cantina PrimaVena non è leader del settore, è una piccola cantina che giorno dopo giorno dà il proprio meglio per far conoscere il buono dell’Italia nel mondo.
L’odore di vino mi ricorda la spensieratezza delle giornate trascorse durante l’infanzia a casa del nonno Carlo e il profumo del proibito della sua cantina. Difatti, mi era assolutamente vietato entrare in cantina e così mio nonno se ne assicurò chiudendola a chiave. Tuttavia, espugnai il “fortino” più e più volte dalla finestra e coinvolsi nella marachella il mio amico d’avventura. Ricordo nitidamente come l’odore inebriante dei vini proibiti e dei salumi appesi ci avvolgeva e come il dolce sapore di buono ci affascinava. Così, diventammo degli esperti degustatori di Sangue di Giuda e di Moscato dell’Oltrepò Pavese.
Nonno Carlo però aveva ragione: la cantina non era un posto sicuro per noi bambini. Infatti, un giorno molte bottiglie di Bonarda, in attesa del passaggio da vino fermo a frizzante, scoppiarono e il muro bianco diventò di un bel viola acceso per la gioia di nonna.
Ho deciso di mettere le radici di Cantina PrimaVena in Oltrepò Pavese, perché in questo angolo della Lombardia tutto parla di vino, iniziando dalla forma. Infatti, l’Oltrepò Pavese ha la forma triangolare che ricorda un grappolo d’uva, inoltre è attraversato dal 45° parallelo nord definito il “parallelo del vino”. Precisamente, il 45° parallelo “è uno spartiacque tra il troppo freddo al Nord ed il troppo caldo al Sud”, perché è equidistante dal Polo Nord e dall’Equatore. Quest’area è particolarmente vocata per la produzione di grandi vini, come spiegano Bernard e Dussard nel libro “La Magie du 45e Parallèle: Latitude Idéale des Grands Vins du Monde”. Inoltre, la conformazione del terreno e il microclima caratterizzato da una forte escursione termica tra notte e giorno fanno dell’Oltrepò Pavese un habitat ideale per produrre uve di qualità. Infine, lo scudo naturale degli Appennini preserva le uve dalle temute gelate e dalle avversità ambientali.
Per Cantina PrimaVena un vino genuinamente buono deve nascere da un ecosistema in buona salute. Perciò, in vigna non utilizziamo prodotti fitosanitari di classe nociva e il terreno è lasciato inerbito, così da creare un’armonia tra natura e lavoro dell’uomo. Infatti, l’inerbimento crea un equilibrio naturale nel vigneto tra microrganismi ed insetti del terreno, inoltre, mantiene le sostanze organiche e salvaguarda il suolo dall’erosione. Così, abbiamo raffigurato, con l’immagine della homepage, l’ambiente ideale dove far nascere un buon vino e sintetizzato con il motto: “Onesti con la Terra oggi per raccogliere il buono domani”. Abbiamo rappresentato diverse specie viventi, dalle più grandi alle più piccole, perché tutte ricoprono un ruolo essenziale per mantenere in equilibrio l’ecosistema e devono essere tutelate per salvaguardare il benessere collettivo.
L’Oltrepò Pavese, grazie alla diversità ambientale e ad un microclima ideale dato dalla posizione tra terra e mare, è una terra ricca di biodiversità. Infatti, sono presenti diverse specie di flora e fauna, come i 94 tipi di uccelli di cui alcuni rari (la ghiandaia marina, il biancone e il nibbio reale) e ben 53 specie di farfalle. Nei boschi convivono cinghiali, daini, caprioli e lupi grigi; mentre negli ecosistemi acquatici vivono degli anfibi endemici come la Rana Rossa dei boschi e il Tritone Crestato Italiano. Tra i filari si possono ammirare diverse varietà di rose, viole e tulipani. Passeggiando tra i boschi si scorgono orchidee selvatiche e alberi rari come il leccio e l’abete bianco. Preservare la biodiversità, con una coltivazione rispettosa, è importante per rafforzare l’ecosistema, che potrà così reagire al meglio di fronte alle avversità.